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domenica 17 febbraio 2013

Autunno della mia vita di donna




Nell’età dell’autunno mi trovo ad essere soddisfatta del cammino percorso e a rileggere quello che è stato per riuscire a progettare ciò che sarà.

Ho rughe intorno agli occhi per riuscire a vedere tutto ciò che mi circonda alla luce delle esperienze vissute. Amo mettermi in discussione e criticare il mio modo di agire, di pensare, e perché no, anche di sognare accettando la sfida che la vita in ogni istante ti propone e scommettendo che non è mai il momento di mettere i remi in barca e lasciarsi semplicemente guidare dalla corrente.

Se giovane ventenne mi lasciavo impulsivamente coinvolgere dal dare giudizi sentenziosi e determinati, oggi prima di giudicare lascio che l’indulgenza riesca a trovare le possibili motivazioni per le fragilità altrui o le debolezze umane, così da consentire a chiunque un margine di azione che sia la risultante di ciò che purtroppo non gli è stato donato.

Ho fin da giovane investito nel sentimento, giudicato più con il cuore che con la ragione, proprio perché dentro di me ho sempre privilegiato “il sentire” più del “giusto sapere”. Non tutto si può comprendere con la ragione, molte volte sono proprio le verità più dolorose e conflittuali che necessitano di quel sentimento “forte” che ci rende diversi da tutti gli altri esseri viventi. La sensibilità, il saper vedere ciò che è nascosto, leggere nelle lacrime altrui, il cercare di comprendere al di là dell’ovvio mi ha sempre aiutata a vivere e a sentirmi parte integrante di questo splendido universo che agisce come spinto da una forza invisibile, che molti di noi chiamano Amore.

Non mi è mai stato facile accettarmi per quella che sono, ho sempre cercato di percorrere strade che mi conducessero ad una consapevolezza maggiore di quelle che sono le mie possibilità, che molte volte hanno avuto bisogno di essere risvegliate dal dolore per poter emergere e far sì che io potessi riappropriarmi di me stessa. Ho sempre nella mia borsa, come sul comodino, un libro che mi narri “la meraviglia del mondo” di quel mondo in cui io voglio vivere per tutti i giorni che Dio mi concederà su questa terra. Ho sete di vita, di esplorare il mio mondo e l’altrui, ed è forse per questo mio bisogno che cerco di togliere sempre la scorza esteriore a tutto ciò che mi circonda sforzandomi di leggere la realtà dell’umano vivere, non nella sua buccia luccicante, perfetta, profumata, ma nel suo succo talvolta dolce ma anche agro e crudo ma fortemente intriso di umanità. Da giovinetta ho sognato con Liala, con Brunella Gasperini, da moglie  innamorata ho continuato a sognare con Rosamunde Pilcher e B. Taylor Bradford, ed oggi che sono nonna continuo a sognare con Tolstoj, Baricco, Pirandello, Follett, J. Austen, Murakami, Sveva Casati Modignani… che riescono a farmi entrare nei mondi che sono al mio parallelo, ma vissuti con ottiche diverse ma pur sempre meravigliosamente umani.

Nell’autunno della mia vita sono diventata più comprensiva, meno intransigente, e convinta che tutto ciò che facciamo per amore assume un aroma unico, che ha la grande capacità di assemblare anche le stonature o gli elementi eterogenei tra di loro, perché è un collante speciale che riesce a fondere ciò che visto attraverso la luce della ragione resta distante e distaccato. L’amore è come una tela di ragno, che viene stesa in modo informale ed invisibile, ma nel momento stesso in cui la si incontra ci si resta impigliati e nessuna creatura può dopo tale incontro essere quella che era prima.

Passati i cinquanta, le illusioni a poco a poco lasciano la strada alla concreta realtà, ma quanta voglia ancora di sognare, sperare, gioire, amare, c’è nella vita della donna che è contemporaneamente madre e nonna!!!

Oggi vivo la libertà di essere semplicemente quella che sono, senza dover dimostrare né di essere meglio, né di essere diversa, ma semplicemente me stessa, con i miei moltissimi difetti, le mie qualità, le asperità del mio carattere, le cicatrici della vita vissuta e le rughe segnate dal tempo che ha scavato sul mio corpo la dialettica del divenire.

Oggi tengo gelosamente strette a me le mie sofferte conquiste, ma non dimentico le dolorose sconfitte, poiché è proprio grazie a loro se oggi riesco a conoscermi un po’ di più, e sono in grado di perdonarmi e perdonare gli altri per gli errori commessi e per le errate valutazioni fatte.

Sono riuscita ad apprezzare la compagnia di me stessa sforzandomi di osservare, gustare, ascoltare tutto ciò che mi circonda perché sono convinta che non dobbiamo lasciar passare alcun giorno senza trovarne il suo unico e profondo significato!

Per essere donna
occorre agire con il cuore,
osservare con gli occhi,
ascoltare con l'intelletto,
assaporare con la memoria,
sognare con la fantasia,
toccare la realtà
per sprofondare nell'amore
e di questo inebriarsi e saziarsi.



-AnnaMaria Ponziani-

lunedì 11 febbraio 2013

Neve a febbraio




Stamani ciò che mi ha svegliato
è stato il silenzio urlato della neve
che danzando ha coperto ogni cosa.
Il cielo si mischia all’orizzonte,
non si intravedono nubi,
e lo sguardo senza il conforto del sole
fatica a mettere a fuoco la vallata.
Le gemme che facevano capolino
si rintanano dentro il padre ramo,
e lì attendono che madre natura
faccia il suo corso.
E’ l’11 febbraio e la primavera in mare
ancora dormiente si trova a contendersi
il tempo di vita con Proserpina.
Il silenzio regna sovrano
e i pensieri impertinenti sognano
un raggio di sole che sciolga
il gelido inverno per poter prendere vita
e baldanzosi tornare a sognare!

                                      AnnaMaria Ponziani

sabato 9 febbraio 2013

L'amore non ammette mezze misure!




Con chi vorresti stare?

Vorrei stare tutto il tempo che questa vita mi dona ancora, con le persone che amo, ma mi rendo conto che questa mia necessità è evidentemente solo mia!

L’amore coinvolge ogni aspetto del nostro essere, e tutto viene filtrato, visto, considerato in funzione di lui.

All’inizio c’è il momento dell’euforia, sembra quasi di essere ubriachi perché la testa è effervescente e non fa altro che pensare all’altro e all’altro ci si abbandona con fiducia totale.

I giorni passano e l’innamoramento si trasforma in amore …ed allora tutto si complica e diventa più difficile da gestire. Non ci si accontenta più né del messaggio né della rapida telefonata, si vorrebbe condividere quella quotidianità che è così bella da vivere se lo si fa in due.

L’altro diventa qualcosa di me, lo starne lontana provoca sofferenza perché senti il bisogno impellente di comunicargli i tuoi stati emotivi, gli sbalzi ballerini del tuo animo, la tua voglia di ridere, la tua gioia nel vedere qualcosa che ti ammalia. Tutto ciò che è il tuo mondo vuoi dividerlo con lui, e se lui non c’è, i tuoi pensieri si ancorano su qualcosa che appartiene al suo mondo e difficilmente riesci a distaccartene. Guardi il cellulare, controlli la posta e ti senti sola, non considerata, non amata, non compresa, non desiderata.

E’ giusto vivere l’amore così?

No!

Non è giusto, e il difficile sta proprio nel gestire un rapporto che tu senti esclusivo ma che forse l’altro non vive secondo le tue dimensioni.

Cosa puoi fare?

Glielo comunichi, gli dici il tuo malessere, cerchi di proteggere il tuo amore che senti trascurato e “ingolli” quei disagi che non ti fanno stare bene. Poi ricerchi un equilibrio che ti permetta di vivere con maggiore serenità, ma se non riesci a farlo senti il dovere di comunicarlo, proprio perché vuoi tutelare quel sentimento profondo che coinvolge tutto il tuo essere, e che sei ben consapevole potrebbe diventare qualcosa di unico se fosse condiviso e vissuto a due.

Non sempre la realtà è quella sognata.,..

Se è diversa da quella che ci aspettavamo di vivere occorre rivedere il tutto e “o ci si accontenta”, o “si soffre”, o “si lotta per realizzare quel sogno” che si sente allontanarsi e diventare evanescente, perché non curato e protetto.

Mi rendo conto di essere una donna complicata, viziata e abituata male!

Sono stata molto amata e mai riuscirò ad accontentarmi di sentirmi trascurata o essere la ruota di scorta da cambiare quando si è forato. Non voglio essere utilizzata solo momentaneamente in attesa che la gomma bucata venga rattoppata e così essere nuovamente utilizzata!

No, io ho bisogno di vivere e condividere il mio mondo, lo voglio in esclusiva e non potrò accontentarmi perché l’amore, quello vero, quello che io ho vissuto, non ammette mezze misure!


AnnaMaria Ponziani

venerdì 8 febbraio 2013

L'inverno in Padule




C’è l’inverno in Padule,
che affascina per i suoi alberi scarni
che incuranti dello sguardo meravigliato
si riflettono tra le acque stagnanti
dell’assopita vita.
C’è l’inverno dei bianchi e brillanti cristalli,
che sembrano voler rapire
i riflessi del sole
per scongelare quel rigido loro sostare.
C’è l’inverno del viver quotidiano
che ti porta a rinchiuderti in te
per non disperdere quel minimo calore,
che ti fa assaporare la gioia del silenzio.
L’inverno è stagione di pausa,
in cui ognuno riflette se stesso
per vedere piano piano riprendere vita,
e ospitare un groviglio di pensieri impertinenti
che sentono l’incontrollabile desiderio di germogliare
per ritrovare la nostra misteriosa umanità.
C’è l’inverno del cuore,
che ricerca un tepore per poter tornare a sognare.
C’è l’inverno in Padule,
che non ammette invasori,
e nella fredda sera quando il sole
si è coricato tra i monti Pisani,
il pensiero vivo di un sogno
solca le ghiacce acque
che decimarono gli elefanti di Annibale,
e torna a far capolino
in attesa di esser bonificato
dall’irriverente primavera!

AnnaMaria Ponziani