E’ dal 1981 che insegno e mai mi sono trovata a
fronteggiare una situazione scolastica così avvilente! Ogni mattina c’è una
restrizione in più, alla quale devono sopperire gli insegnanti, che armati di
buona volontà e spirito professionale prestano la loro opera per fare al meglio
ciò per cui sono così miseramente pagati! La cosa che più mi spaventa, come
insegnate, come mamma e come nonna è che i nostri ragazzi stanno perdendo la
fiducia nel domani! Noi adulti gli stiamo togliendo la voglia di
sognare, sperare, progettare inventare il futuro. Ci sono scioperi che popolano
le piazze, confronti fatti nei dibattiti scolastici, assemblee sindacali
provinciali, come quella alla quale anche io il 13 novembre a Pistoia ho
partecipato, e assemblee di istituto dove tutti noi ci guardiamo negli occhi e
consapevoli di “fare una guerra tra poveri” decidiamo di bloccare tutte le
attività aggiuntive che non sono obbligatorie e che esulano dalle tanto oggi
“nominate” 18 ore! La mia V^A Socio-psico-pedagogico del liceo Lorenzini di Pescia,
mi accoglie al mattino e mi chiede: “Prof. Ma veramente voi professori siete
decisi a bloccare le gite? Davvero non ci farete luce sull’orientamento
universitario? E’ vero che volete fare solo e unicamente ciò che è
obbligatorio?” Ed io, a malincuore e con il nodo alla gola devo rispondergli
che: “Sì, probabilmente anche al Lorenzini prenderemo la decisione di bloccare
tutto ciò che fino ad oggi facevamo per professionalità a titolo gratuito,
perché anche lo scorso anno, chi come me vi ha accompagnato a Praga, non ha
preso un euro di missione, anche se ha dovuto assumersi la responsabilità
civile e penale di tutti voi! Gli insegnanti ci sono e sono sempre disponibili
non solo a spiegare, interrogare, verificare, valutare, ma ad essere lì con voi
per accompagnarvi, sostenervi, consigliarvi, stimolarvi a dare il meglio di voi
stessi, ma devono dare un segnale che scuota e faccia riflettere tutta la
società civile!” E a quel punto mi domando: “ma le cose che io insegno ai
ragazzi sono realtà o utopie? “ Il processo educativo è una lunga catena di
azioni individuali e personalizzate alla luce di apprendimenti sociali che
determinano quello che ogni individuo è. Non solo la famiglia e la scuola, pur
essendo queste agenzie educative per eccellenza, hanno il compito di sostenere
e aiutare i giovani a comprendere il ruolo che essi rivestono nella società ,
ma tutti i comparti che operano nel territorio sono corresponsabili del “fatto
educativo”, anche se oggi sembra che questo non sia più così importante. Oggi
si ama dire che siamo una comunità educante, che l’educazione è permanente
ed inizia già nel ventre materno e termina il giorno della morte, ma tutto
questo è vero o sono solo asettiche ed impersonali parole ? Se tutto questo è
vero, allora tutti abbiamo il DIRITTO/DOVERE di impegnarci con tutte le nostre
forze per offrire il meglio delle nostre esperienze ai giovani, per fornire
loro una società etica che metta al primo posto le esigenze ed i bisogni del
singolo alla luce però della collettività. I giovani hanno bisogno di coerenza, di
modelli da seguire, di valori certi in cui credere … ed invece, da
qualsiasi parte oggi si guardano trovano scorrettezze, ruberie, menefreghismi,
sciatteria e incompetenza! E’ GIUNTO IL MOMENTO DI IMPARARE DALLA
STORIA, DI METTERE IN PRATICA TUTTI QUEI VALORI ETICI, POLITICI, EDUCATIVI E
SOCIALI che la nostra cultura ci ha trasmesso e che se andiamo bene a
vedere fanno parte di noi. Quale genitore non vorrebbe “il meglio” per i propri
figli? I ragazzi che ogni mattina occupano i banchi scolastici, non sono forse
figli nostri? Oggi occorre determinazione,
decisione ma anche voglia di sognare, progettare, credere che domani sarà un
giorno migliore di oggi … e non è certo tagliando ogni giorno di più i
finanziamenti alla scuola che riusciremo a rifondare la nostra società. Oggi
più di ieri io amo il mio lavoro, forse proprio perché mi rendo conto che
occorre rimboccarsi le maniche con più decisione, essere noi insegnanti i
modelli di professionalità, quella professionalità che non viene solo dalle lavagne
interattive, dalle Lim o dai tablet. Oggi cari colleghi occorre rifondare noi
stessi, non bastano né le proteste dei sindacati, né le false promesse del
governo o dei ministri..oggi, più di ieri, occorre essere noi nel nostro
piccolo una rivoluzione che aiuti i ragazzi a non smettere di sognare! Ogni
giorno, pezzettino dopo pezzettino avviene lo smantellamento non solo di
finanziamenti ma di prospettive, di mete in cui credere e per le quali
impegnarsi. Purtroppo mi rendo conto che occorrerà una forza più potente di
quella di Sisifo, ma sono certa che, se insegnanti, genitori e alunni
opereranno per il bene comune , riusciranno là dove purtroppo la politica e
tutti i suoi balzelli ha fallito!
Credo fermamente nella volontà e nella determinazione del
genere umano e nei momenti di crisi occorre far emergere tutto il positivo che
è in ognuno di noi. Le grandi rivoluzioni hanno sempre avuto il germe vitale
nella volontà del singolo! Amo la scuola, amo il mio lavoro e non permetterò a
nessun politico di rubare i sogni ai miei ragazzi!
-AnnaMaria Ponziani-