Dovrebbe sempre
essere settembre,
un mese che
chiude
il desiderio di
uscire e godere
della calda
estate,
per gustare le
gioie del tepore familiare.
Un mese mite che
ci accompagna,
tra i canti
degli uccelli
che si preparano
alla partenza,
al freddo
pungente del mattino,
un mese dolce d’uva
croccante
e malinconico per
i suoi luciferi tramonti.
Il giorno ormai
accorciato,
reca l’aroma dei
muschi umidi serali
e della guazza impertinente
del mattino.
Silenziosa è
ormai l’estate
e l’autunno parla
attraverso i suoi profumi e colori,
ciò che pochi
mesi prima era gridato
ora è
semplicemente sussurrato.
AnnaMaria Ponziani