…riflessioni sconclusionate sul dolore, dopo aver letto della
morte di un giovane ragazzo di 18 anni di Lamporecchio!
Esistono tanti tipi di dolore con i quali è necessario
convivere ed elaborare. Il dolore è un’esperienza soggettiva dei nostri sensi e
delle nostre emozioni che provoca un forte disorientamento. La vita stessa è
contrassegnata dal dolore, che proprio perché è forte ed inteso ci fa
apprezzare lo stato di equilibrio di quando “stiamo bene”! Ognuno di noi
reagisce al dolore provato secondo i suoi schemi e modalità, poiché nella
nostra storia si è appreso come reagire
e superare il momento di difficoltà. Essendo un'esperienza spiacevole, alla componente
somatica del dolore si accompagna anche una carica emozionale. Il dolore
pertanto è sempre soggettivo ed è molto importante che si impari a misurare il dolore e a cercare di reagire alla sofferenza
che non è mai solo fisica ma anche psicologica. Paradossalmente sono giunta
alla conclusione che il dolore è “democratico” perché per un verso o per l’altro
prima o poi si impossessa di periodi della nostra vita e cerca di dominarci sia
che si sia adolescenti, giovani o vecchi, ricchi o poveri!
Brutto a dirsi, ma sono proprio i momenti di profondo dolore
che mettono alla prova la nostra persona e la nostra umanità. Occorre imparare
a godere delle piccole cose, non dare mai niente per scontato, saper vivere
intensamente l’attimo presente senza affannarsi a volere sempre di più.
Il dolore “psicologico” dovuto a “perdite” o a situazioni
alquanto problematiche, sia dal punto di vista della salute nostra o dei nostri
cari, ci costringe a riflettere, a cercare di capire quale strada è la più
percorribile nei momenti di disorientamento e di problematicità. Occorre
abbandonare la nostra connaturata pigrizia mentale ed etica, dovuta all’educazione
ricevuta, all’istruzione appresa, all’egocentrismo vitale…e far emergere tutte
quelle energie latenti che possediamo ma che sonnecchiano in noi fino a quando
non andiamo con energia a scuoterle e a vitalizzarle. Tutto questo richiede
impegno, duro lavoro su noi stessi e sulle nostre abitudini, perché occorre
riposizionare le cose veramente importanti e necessarie della vita per poter
affermare che è degnamente vissuta.
Il dolore impone volontà e disciplina perché tutte le nostre
energie motivazionali e razionali devono in modo sinergico insegnarci a vivere
meglio. Dopo un dolore profondo, vissuto intensamente nell’intimità del proprio
essere, due sono le uniche, a mio avviso, possibilità: o si vive arrabbiati con
tutto o con tutti desiderando inconsciamente che gli altri, coloro che ridono
spensierati e apparentemente sono felici (dico apparentemente perché molte
volte dietro alla maschera del sorriso c’è dolore e sofferenza) provino la
sofferenza che ci sta attanagliando, o semplicemente ci caliamo nell’altrui universo
e con un po’ di intelligenza emotiva cerchiamo empaticamente di immergerci nei
suoi labirinti per porgergli l’aiuto che con il nostro essere possiamo offrirgli.
La sofferenza fa riflettere, fa crescere, rimodella la rotta
della vita, riposiziona i valori e le priorità.
Nella mia vita ho “vissuto dolori forti” e non mi riferisco a
dolori fisici, ma dolore da “perdita di
persone molte care”, dolore viscerale che mi ha imposto di non rimanere orfana
di me stessa, ma riprendere gradualmente in braccio la mia vita e ristrutturare
tutta me stessa facendo affidamento quasi esclusivamente sulle mie forze e su
quelle dei miei figli, che come me, dovevano elaborare il lutto di una perdita.
Solo quando sono riuscita a far parlare il mio dolore, sono
stata in grado di ascoltarlo…e a quel punto ho compreso chi sono, cosa da me
volevo e cosa dovevo fare per non sopravvivere ma vivere.
E’ stato il dolore che mi ha insegnato a reagire, a non
ripiegarmi su me stessa, a non far indurire il mio cuore, a non anestetizzare i
sentimenti, a non inacidire nel mio modo di comunicare con gli altri e con gli
eventi della vita, che se non emotivamente vissuti, perdono tutto il loro
significato.
Come afferma la Costituzione americana, l’uomo ha diritto di
essere felice, e la sofferenza, se saputa gestire, può insegnarci ad apprezzare
ancora di più la vita e forse può guidarci a scoprire e asciugare le lacrime
nascoste negli occhi altrui.
Voglio sperare che i genitori di quel giovane ragazzo, morto
un sabato sera per una caduta dal motorino riescano a trovare la forza di
vivere e non solo lasciarsi sopravvivere.
Viviamo e non diamo mai niente per scontato, perché ogni
istante della vita, scontato non è.
(da “Le Cianfrusaglie Preziose” di AnnaMaria)