Con
il rigore di queste giornate,
che
anticipano i giorni della merla,
si
affievolisce il giorno
rispecchiandosi
in un cielo costellato di nubi
che
lasciano filtrare i rossi dei luciferi tramonti.
Le
braccia, dello scarno noce,
guardiano
del prato gelato,
protendono
la loro preghiera
all’orizzonte
che fa intravedere i Monti Pisani.
Il
sole, ormai desideroso, del riposo agognato
si
corica sul Monte Serra
facendo
spazio alla luna, dominatrice della notte
con
le fidate stelle.
Scruto,
desiderosa, l’embrione della primavera
tra
i rami del cotogno giapponese
che
con le sue timide gemme
ci
anticipa che il profondo inverno
lascia
intravedere i germi della primavera.
Mi
immergo in questo tiepido anticipo
e mi
illudo che l’inverno dei rigori sia quasi finito.
Occorre
il gelo, il buio, il freddo pungente
perché
il seme interrato possa fruttare
una
nuova vita fatta di speranze e…forse, illusioni.
(da
“Le Cianfrusaglie Preziose” di Anna Maria)