Mi proteggo dal freddo ormai gelido,
e non più zeffiro,
che soffia tra le vie della città
e rincorre in mulinello le foglie
dandole gli ultimi sprazzi di vita,
prima che queste vengano raccolte
e ammonticchiate
per tornare a nutrire “madre terra”.
Il sole infuoca il cielo
e lascia filtrare i suoi bagliori
tra i rami del vecchio noce
quasi completamente spoglio.
Nel cielo, sopra i cipressi
sentinelle della chiesina di S. Vito,
uno storno festoso di uccelli
decide di prendere in consegna un ulivo
e appropriarsi dei suoi gratuiti frutti.
E' arrivata la sera,
il tepore del caminetto
riporta indietro i pensieri,
e la sciarpa di lana non è sufficiente
a scaldare il gelo della vita
che occorre ancora vivere.
Lo sguardo vaga senza meta
e si perde dietro al tramonto,
là dove i monti “pisani”
ti ricordano che domani ci sarà
una nuova alba e ancora
sorprendenti paesaggi da ammirare.
Forse è questo pensiero che ti scalda
il presente e ti consente
di sorprenderti di quanto il gelo
della vita può ancora scaldarti!
-AnnaMaria Ponziani-
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