Nell’età dell’autunno mi
trovo ad essere soddisfatta del cammino percorso e a rileggere quello che è
stato per riuscire a progettare ciò che sarà.
Ho rughe intorno agli
occhi per riuscire a vedere tutto ciò che mi circonda alla luce delle
esperienze vissute. Amo mettermi in discussione e criticare il mio modo di
agire, di pensare, e perché no, anche di sognare accettando la sfida che la
vita in ogni istante ti propone e scommettendo che non è mai il momento di
mettere i remi in barca e lasciarsi semplicemente guidare dalla corrente.
Se giovane ventenne mi
lasciavo impulsivamente coinvolgere dal dare giudizi sentenziosi e determinati,
oggi prima di giudicare lascio che l’indulgenza riesca a trovare le possibili
motivazioni per le fragilità altrui o le debolezze umane, così da consentire a
chiunque un margine di azione che sia la risultante di ciò che purtroppo non
gli è stato donato.
Ho fin da giovane
investito nel sentimento, giudicato più con il cuore che con la ragione,
proprio perché dentro di me ho sempre privilegiato “il sentire” più del “giusto
sapere”. Non tutto si può comprendere con la ragione, molte volte sono proprio
le verità più dolorose e conflittuali che necessitano di quel sentimento “forte”
che ci rende diversi da tutti gli altri esseri viventi. La sensibilità, il
saper vedere ciò che è nascosto, leggere nelle lacrime altrui, il cercare di
comprendere al di là dell’ovvio mi ha sempre aiutata a vivere e a sentirmi
parte integrante di questo splendido universo che agisce come spinto da una
forza invisibile, che molti di noi chiamano Amore.
Non mi è mai stato
facile accettarmi per quella che sono, ho sempre cercato di percorrere strade
che mi conducessero ad una consapevolezza maggiore di quelle che sono le mie
possibilità, che molte volte hanno avuto bisogno di essere risvegliate dal
dolore per poter emergere e far sì che io potessi riappropriarmi di me stessa.
Ho sempre nella mia borsa, come sul comodino, un libro che mi narri “la
meraviglia del mondo” di quel mondo in cui io voglio vivere per tutti i giorni
che Dio mi concederà su questa terra. Ho sete di vita, di esplorare il mio
mondo e l’altrui, ed è forse per questo mio bisogno che cerco di togliere
sempre la scorza esteriore a tutto ciò che mi circonda sforzandomi di leggere la
realtà dell’umano vivere, non nella sua buccia luccicante, perfetta, profumata,
ma nel suo succo talvolta dolce ma anche agro e crudo ma fortemente intriso di
umanità. Da giovinetta ho sognato con Liala, con Brunella Gasperini, da moglie innamorata ho continuato a sognare con Rosamunde
Pilcher e B. Taylor Bradford, ed oggi che sono nonna continuo a sognare con Tolstoj,
Baricco, Pirandello, Follett, J. Austen, Murakami, Sveva Casati Modignani… che
riescono a farmi entrare nei mondi che sono al mio parallelo, ma vissuti con
ottiche diverse ma pur sempre meravigliosamente umani.
Nell’autunno della mia vita sono diventata più comprensiva,
meno intransigente, e convinta che tutto ciò che facciamo per amore assume un aroma
unico, che ha la grande capacità di assemblare anche le stonature o gli
elementi eterogenei tra di loro, perché è un collante speciale che riesce a
fondere ciò che visto attraverso la luce della ragione resta distante e
distaccato. L’amore è come una tela di ragno, che viene stesa in modo informale
ed invisibile, ma nel momento stesso in cui la si incontra ci si resta
impigliati e nessuna creatura può dopo tale incontro essere quella che era
prima.
Passati i cinquanta, le illusioni a poco a poco lasciano la strada alla
concreta realtà, ma quanta voglia ancora di sognare, sperare, gioire, amare, c’è
nella vita della donna che è contemporaneamente madre e nonna!!!
Oggi vivo la libertà di essere semplicemente quella che sono, senza
dover dimostrare né di essere meglio, né di essere diversa, ma semplicemente me
stessa, con i miei moltissimi difetti, le mie qualità, le asperità del mio
carattere, le cicatrici della vita vissuta e le rughe segnate dal tempo che ha
scavato sul mio corpo la dialettica del divenire.
Oggi tengo gelosamente strette a me le mie sofferte conquiste, ma non
dimentico le dolorose sconfitte, poiché è proprio grazie a loro se oggi riesco
a conoscermi un po’ di più, e sono in grado di perdonarmi e perdonare gli altri
per gli errori commessi e per le errate valutazioni fatte.
Sono riuscita ad apprezzare la compagnia di me stessa sforzandomi di
osservare, gustare, ascoltare tutto ciò che mi circonda perché sono convinta
che non dobbiamo lasciar passare alcun giorno senza trovarne il suo unico e
profondo significato!
Per essere donna
occorre agire con il cuore,
osservare con gli occhi,
ascoltare con l'intelletto,
assaporare con la memoria,
sognare con la fantasia,
toccare la realtà
per sprofondare nell'amore
e di questo inebriarsi e saziarsi.
occorre agire con il cuore,
osservare con gli occhi,
ascoltare con l'intelletto,
assaporare con la memoria,
sognare con la fantasia,
toccare la realtà
per sprofondare nell'amore
e di questo inebriarsi e saziarsi.
-AnnaMaria Ponziani-