Ho 63 anni e non mi
sono mai trovata a fronteggiare situazioni come quella che il corona virus ha
determinato qui in Italia in questi ultimi giorni.
In me rivivo le
immagini che erano state evocate dalla peste narrata dal Boccaccio e dal
Manzoni, l’epidemia di Londra di Defoe, la peste di Camus o i film di
fantascienza che narrano di batteri creati in laboratorio che, per scherzo del
destino, sfuggono al controllo del loro creatore umano. Rimango molto perplessa
davanti ai banchi dei supermercati completamente vuoti, le piazze desolate, le
paure irrazionali che prendono il sopravvento e determinano comportamenti, che
a cose normali sarebbero incomprensibili.
Il genere umano ha
archetipiche paure, che sollecitate da ricordi, provenienti dai libri di
scuola, scatenano comportamenti che nella loro follia hanno una segreta e
inconfessabile razionalità.
Come gli
illuministi ci siamo illusi di dominare le paure con la ragione, oppure
confidare in una scienza sicura e protettiva come quella dei positivisti…ma,
dinanzi all’evolversi di un’epidemia, ci ritroviamo a rivivere le stesse
identiche paure che grandi narratori hanno descritto con minuziosa lucidità.
Oggi si para di
Covid-19, e la collettività si organizza per autoproteggersi, così che è l’italiano,
che oggi viene guardato dagli altri stati europei con sospetto, ad essere guardato
come noi abbiamo guardato gli extracomunitari che sbarcavano in Italia. Oggi si
temono “i lombardi, i veneti, i toscani”…che hanno usurpato il posto a coloro
che gli italiani del nord definivano “terroni”!
Cosa è cambiato nel
nostro inconscio collettivo?
Nulla di nulla!
Viviamo le stesse
ansie e paure vissute nel 1300, isoliamo i pazienti affetti da sintomi mettendoli
in quarantena con gli stessi timori, ansie e sospetti di coloro che si
trovavano vicini ai “lazzeretti”.
Il corona virus ha
ridato vita a quell’enorme groviglio irrazionale di paure che da sempre
albergano in noi…e che oggi hanno sentito l’esigenza di manifestarsi.
Come nella peste di
Camus si lucra “sui disinfettanti, si pensa a una punizione divina, si fa
incetta di cibo”: Non si può fuggire via!
Occorre convivere
con le nostre paure, esorcizzarle e combatterle con l’aiuto della scienza,
della maturità…e come sempre diceva la mia zia Lola, usando, senza mai
stancarsi, il buon senso!
“Il microbo è cosa naturale, Il resto,
la salute, l’integrità, la purezza, se lei vuole, sono un effetto della volontà
e d’una volontà che non si deve mai fermare. L’uomo onesto, colui che non
infetta quasi nessuno, è colui che ha distrazioni il meno possibile.”
“…lui sapeva quello che ignorava la
folla e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non
muore né scompare mai, che può restare per decine di anni addormentato nei
mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle
cantine, nelle valige, nei fazzoletti, e nelle cartacce e che forse verrebbe
giorno in cui, sventura e insegnamento degli uomini, la peste avrebbe svegliato
i suoi sorci per mandarli a morire in una città felice.”
(da “Le
Cianfrusaglie” di AnnaMaria)