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giovedì 15 novembre 2012

Non rubiamo i sogni ai nostri ragazzi!|




E’ dal 1981 che insegno e mai mi sono trovata a fronteggiare una situazione scolastica così avvilente! Ogni mattina c’è una restrizione in più, alla quale devono sopperire gli insegnanti, che armati di buona volontà e spirito professionale prestano la loro opera per fare al meglio ciò per cui sono così miseramente pagati! La cosa che più mi spaventa, come insegnate, come mamma e come nonna è che i nostri ragazzi stanno perdendo la fiducia nel domani! Noi adulti gli stiamo togliendo la voglia di sognare, sperare, progettare inventare il futuro. Ci sono scioperi che popolano le piazze, confronti fatti nei dibattiti scolastici, assemblee sindacali provinciali, come quella alla quale anche io il 13 novembre a Pistoia ho partecipato, e assemblee di istituto dove tutti noi ci guardiamo negli occhi e consapevoli di “fare una guerra tra poveri” decidiamo di bloccare tutte le attività aggiuntive che non sono obbligatorie e che esulano dalle tanto oggi “nominate” 18 ore! La mia V^A Socio-psico-pedagogico del liceo Lorenzini di Pescia, mi accoglie al mattino e mi chiede: “Prof. Ma veramente voi professori siete decisi a bloccare le gite? Davvero non ci farete luce sull’orientamento universitario? E’ vero che volete fare solo e unicamente ciò che è obbligatorio?” Ed io, a malincuore e con il nodo alla gola devo rispondergli che: “Sì, probabilmente anche al Lorenzini prenderemo la decisione di bloccare tutto ciò che fino ad oggi facevamo per professionalità a titolo gratuito, perché anche lo scorso anno, chi come me vi ha accompagnato a Praga, non ha preso un euro di missione, anche se ha dovuto assumersi la responsabilità civile e penale di tutti voi! Gli insegnanti ci sono e sono sempre disponibili non solo a spiegare, interrogare, verificare, valutare, ma ad essere lì con voi per accompagnarvi, sostenervi, consigliarvi, stimolarvi a dare il meglio di voi stessi, ma devono dare un segnale che scuota e faccia riflettere tutta la società civile!” E a quel punto mi domando: “ma le cose che io insegno ai ragazzi sono realtà o utopie? “ Il processo educativo è una lunga catena di azioni individuali e personalizzate alla luce di apprendimenti sociali che determinano quello che ogni individuo è. Non solo la famiglia e la scuola, pur essendo queste agenzie educative per eccellenza, hanno il compito di sostenere e aiutare i giovani a comprendere il ruolo che essi rivestono nella società , ma tutti i comparti che operano nel territorio sono corresponsabili del “fatto educativo”, anche se oggi sembra che questo non sia più così importante. Oggi si ama dire che siamo una comunità educante, che l’educazione è permanente ed inizia già nel ventre materno e termina il giorno della morte, ma tutto questo è vero o sono solo asettiche ed impersonali parole ? Se tutto questo è vero, allora tutti abbiamo il DIRITTO/DOVERE di impegnarci con tutte le nostre forze per offrire il meglio delle nostre esperienze ai giovani, per fornire loro una società etica che metta al primo posto le esigenze ed i bisogni del singolo alla luce però della collettività. I giovani hanno bisogno di coerenza, di modelli da seguire, di valori certi in cui credere … ed invece, da qualsiasi parte oggi si guardano trovano scorrettezze, ruberie, menefreghismi, sciatteria e incompetenza! E’ GIUNTO IL MOMENTO DI IMPARARE DALLA STORIA, DI METTERE IN PRATICA TUTTI QUEI VALORI ETICI, POLITICI, EDUCATIVI E SOCIALI che la nostra cultura ci ha trasmesso e che se andiamo bene a vedere fanno parte di noi. Quale genitore non vorrebbe “il meglio” per i propri figli? I ragazzi che ogni mattina occupano i banchi scolastici, non sono forse figli nostri?  Oggi occorre determinazione, decisione ma anche voglia di sognare, progettare, credere che domani sarà un giorno migliore di oggi … e non è certo tagliando ogni giorno di più i finanziamenti alla scuola che riusciremo a rifondare la nostra società. Oggi più di ieri io amo il mio lavoro, forse proprio perché mi rendo conto che occorre rimboccarsi le maniche con più decisione, essere noi insegnanti i modelli di professionalità, quella professionalità che non viene solo dalle lavagne interattive, dalle Lim o dai tablet. Oggi cari colleghi occorre rifondare noi stessi, non bastano né le proteste dei sindacati, né le false promesse del governo o dei ministri..oggi, più di ieri, occorre essere noi nel nostro piccolo una rivoluzione che aiuti i ragazzi a non smettere di sognare! Ogni giorno, pezzettino dopo pezzettino avviene lo smantellamento non solo di finanziamenti ma di prospettive, di mete in cui credere e per le quali impegnarsi. Purtroppo mi rendo conto che occorrerà una forza più potente di quella di Sisifo, ma sono certa che, se insegnanti, genitori e alunni opereranno per il bene comune , riusciranno là dove purtroppo la politica e tutti i suoi balzelli ha fallito!
Credo fermamente nella volontà e nella determinazione del genere umano e nei momenti di crisi occorre far emergere tutto il positivo che è in ognuno di noi. Le grandi rivoluzioni hanno sempre avuto il germe vitale nella volontà del singolo! Amo la scuola, amo il mio lavoro e non permetterò a nessun politico di rubare i sogni ai miei ragazzi!
-AnnaMaria Ponziani-


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