La vita è veramente strana,
stranissima, unica ed imprevedibile.
Si vivono forti ed intense emozioni che
come immediatamente sono nate e hanno raggiunto il loro apice, sono
anche, alla stessa maniera, immediatamente esaurite ma...non sono
andate via senza lasciare traccia.
L'aver “vissuto” ha come
“congelato” i lividi, le ferite, i sorrisi, la gioia straripante,
la tenerezza e la dolcezza...così che ci si affanna in modo
instancabile a volere riprovare quanto già ci ha resi “sereni”,
non oso dire “felici”, per un breve piccolissimo tempo.
Il pensiero cammina a braccetto tra i
ricordi e riesce a colorare le gioie sfruttando le molteplici
sfumature dell'arcobaleno che vorremmo attraversare per impossessarci
e rivivere ciò che è stato, forse nello stesso modo, o forse in
modo ancora più intenso e colorito, per riassaporare e gustare ciò
che non siamo riusciti a vivere pienamente e consapevolmente.
Certo è, che tutto questo è da
prendere in considerazione per le emozioni positive che illuminano e
rendono radiosa una giornata, ma non certo per quelle negative che ti
cacciano nel profondo buio di una strettoia priva di uscita.
Le emozioni non sbiadiscono, restano lì
limpide, sicure, imperterrite e se il pensiero ci si appoggia
riescono ancora a distanza di anni a farti chiudere lo stomaco, a
impossessarsi del tuo nodo alla gola, a far “avvertire” reale ciò
che non ha più le condizioni per ritenersi tale!
Occorre uno sforzo titanico per
“sganciarsi” dal negativo, per voler continuare a ricercare quel
positivo che rende la vita degna di essere vissuta, anche se i
momenti di gioia sono veramente pochi e devono comunque lottare
strenuamente per farsi spazio tra gli aggrovigliati problemi del
vivere quotidiano.
Che esseri strani siamo!
Oggi non riesco a sganciarmi dai
ricordi del lontano 3 marzo 1973. Sono una nonna che si sente
adolescente, ma vede il mondo con gli occhi di chi ha vissuto 55
anni...
-AnnaMaria Ponziani-
Nessun commento:
Posta un commento