Per essere dei bravi cuochi occorre
saper mettere perfettamente insieme gli ingredienti, dosarli con
maestria e dar vita a un cibo che accontenti gli occhi e il palato.
E' sempre necessario, in qualsiasi cosa
ci si impegni, superare ostacoli, saper dosare ingredienti
fondamentali che sono esperienze, fatti, storie cariche di dolori,
gioie, malinconie, sofferenze, serenità e appagamento., in ogni
realtà c'è il positivo e il negativo. L'uno serve all'altro per
dare un giusto valore a quanto ci succede!
Senza la notte non gusteremmo il
giorno,
senza la malattia non si apprezzerebbe
la salute,
senza la paura non si ammirerebbe il
coraggio,
senza l'egoismo non si valorizzerebbe
l'altruismo...
La vita stessa è superamento di
ostacoli, una lotta contro la malattia e il deperimento fisico, la
ricerca dell'anima gemella, il bisogno di sicurezza e di appagamento,
il desiderio di poterci realizzare.
Quando si è giovani non si pensa e si
agisce di impulso, ma basta che qualcosa capiti a qualcuno che amiamo
e tutto viene ridimensionato e rivalutato....
Sono gli ostacoli: alti, bassi,
piccoli, grandi, improvvisi, aspettati...che impongono
dialetticamente di vedere ogni cosa con occhi nuovi, con occhi che
cercano un senso agli avvenimenti della vita e quando il senso non lo
troviamo o ci abbandoniamo alla rabbia o ci rassegnamo alla ciclicità
della vita e lottiamo come Titani pur sapendo che la nostra lotta non
sempre darà i suoi frutti immediati...
Occorre essere perseveranti e rialzarsi
con determinazione ogni volta che vorremmo adagiarci sulle sconfitte
della vita!
Forse è proprio l'ineluttabilità
della morte che ci fa apprezzare la vita!
-AnnaMaria Ponziani-
... La vita stessa è superamento di ostacoli, una lotta contro la malattia e il deperimento fisico, la ricerca dell'anima gemella, il bisogno di sicurezza (di riconoscimento) e di appagamento, il desiderio di poterci realizzare godendo del piacere generato e riflesso (letto o anche immaginato) nel volto dell'altro/a. ... :-) ...:-*
RispondiElimina“Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura.”
RispondiElimina-Paulo Coelho-