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venerdì 4 dicembre 2015

La mia casa



riflessioni sconclusionate in una giornata uggiosa...

La casa, la mia casa, uso il termine mia perché ogni oggetto che c'è è una parte di me, della mia storia, del mio essere oggi qui, in questi spazi amati e conosciuti dove poter riflettere su ciò che la casa in cui vivo è per me!
Oggi mi hanno detto che vivo la mia casa come un museo...ma queste mura sono per me tutt'altro che un museo aperto a tutti, con oggetti appartenenti all'umanità...questa è la mia casa, dove ho scelto di vivere e condividere il mio tempo con le persone che amo, dove ho educato i miei figli e dove ho vissuto le gioie e le preoccupazioni di moglie e di madre!
Ai musei si paga un biglietto per entrare per qualche ora, si cammina in punta di piedi per non disturbare chi ci è vicino, si parla sottovoce, si ammira ciò che c'è e poi si torna verso la nostra casa dove si entra come e quando si vuole, si portano scarpe, ciabatte, pantofole, o addirittura possiamo camminarci scalzi, si parla con il tono di voce che più ci aggrada, si urla, si canta, si sussurra e si sposta e si modifica ciò che c'è a nostro piacimento.
La casa in cui si vive è stracolma di vita, la chiave di volta del nostro mondo emozionale, un ponte di collegamento tra noi e gli arredi che ci sono, tra noi e le persone che amiamo, tra noi e il bisogno di contornarci di cose che ci piacciono e che sono per noi importanti e significative perché mediano e catalizzano l'immagine che abbiamo nel nostro io più profondo del “luogo dove vivere, dove lasciarsi andare, dove abbandonare schemi e maschere” necessari per entrare in empatia con gli altri e assolvere ai ruoli che la collettività ci ha assegnato.
In questa casa io sento vivere la mia anima, il mio bisogno di riconoscermi tra oggetti amati, scelti, progettati, studiati e realizzati per poter star bene con me stessa e con gli altri. Ogni oggetto ha una sua storia, un aroma solo a me conosciuto di vita vissuta, di emozioni provate, di sentimenti condivisi.
In un museo si va ad ammirare qualcosa a noi estraneo, a casa si usa ciò che  “amiamo usare” e ci accoccoliamo nel nostro rifugio plasmato a nostra immagine per soddisfare bisogni e necessità, per sentirci accogliere nel nostro “privato”, per trovare quella serenità, quell'intimità, quella sicurezza che contribuiscono in modo sinergico a farci sentire a nostro agio.
Amo la mia casa, sto bene in questa casa perché è la coperta di cui il mio corpo ha bisogno e se oggi io vivo qui è perché desidero stare qui e non vorrei stare in un altro posto diverso da questo....
Chi non ha casa è privo di radici...casa è luogo fisico, spazio di esperienze, rete di rapporti e di relazioni significative e importanti.
Quando si lascia “una casa, la si lascia perché non ci offre più ciò di cui necessitiamo e solo se ne troviamo un'altra “ possiamo riuscire a vivere e a non sopravvivere!!! 

Anna Maria Ponziani