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mercoledì 26 luglio 2023

....riflessioni sconclusionate a proposito di libro cartaceo e digitale...e scrittura manuale.

 




Ho iniziato a scrivere con penna e calamaio perché la mia “mitica” insegnante della prima e seconda elementare, Suor Annamaria Rombai, era convinta che la mano andava addestrata a scrivere e la precisione era fondamentale se volevamo far scaturire con chiarezza i nostri pensieri. L’ordine della mano imponeva l’ordine alla mente!
Il foglio su cui si scriveva doveva essere lindo, non erano ammesse patacche di inchiostro!
I banchi in cui noi bambini passavamo le nostre mattine a scuola erano quei bachi di legno composti di sedia con la ribaltina e lo scrittoio in formica verde con lo spazio per il calamaio. Non si andava a scuola se in cartella non avevamo i pennini di ricambio e i fogli di carta assorbente per salvare “la bella” da macchie di inchiostro e pasticcetti vari. Se la memoria non mi inganna, ho usato per la prima volta la stilografica pelikan, quella nere e verde scuro, solo in quinta elementare. La penna “bic” l’ho iniziata ad utilizzare alle scuole medie, sicuramente più comoda e funzionale, ma la penna stilografica è da sempre la penna del mio cuore, e non vi nascondo che nella mia borsa c’è una lamy con pennino 1.5 comprata due anni fa.
Di penne stilografiche ne ho tantissime perché mio marito, conoscendo le mie passioni me ne ha regalate di vari tipi, con pennini diversi e set per calligrafia. Penne stilografiche preziose, come la mitica Montblan a stantuffo, (regalatami proprio in un giorno come questo, per il mio onomastico), le Waterman, le Parker e le Lamy di ultima generazione mi fanno compagnia nel mio studio e puntualmente amo utilizzarle perché hanno pennini di dimensioni diverse e sono funzionali per esercitarsi nei vari caratteri.
Sicuramente, ora che sono una pensionata, potrò esercitarmi e dilettarmi a scrivere, carta e penna mi aiutano a riflettere, a concentrarmi, a far uscire le ansie e i timori che popolano l’animo a causa degli affanni della quotidianità. Amo tracciare sul foglio “riflessioni sconclusionate”, appunti, poesie…perché mentre scrivo faccio chiarezza in me e l’ansia si placa e lo stato d’animo da turbolento diventa pacato.
Come amo scrivere con la penna stilografica, amo leggere il cartaceo ed ogni libro che mi passa tra le mani ha una traccia di me.
Nella pagina iniziale c’è il mio ex libris, la nottola di Minerva comodamente appollaiata sui libri, e una frase del testo del libro, che ho ritenuta significativa, trascritta il più delle volte, sotto la dedica prima dell’inizio del capitolo.
Nei libri, per me importanti, quei libri che “mi hanno lasciato una parte di sé” è facile trovarci un segnalibro o un fiore lasciato seccare tra le pagine…come a volermi ricordare le emozioni emerse durante la lettura. Carta e penna stilografica, libri e segnalibri hanno da sempre scandito il mio procedere sia per accogliere me stessa, sia per saper apprezzare e valorizzare al meglio tutto ciò che mi circonda.
Ogni museo visitato, ogni luogo “speciale” mi offriva e mi offre l’occasione per comprare un segnalibro particolare che utilizzo e molte volte lascio nel libro volutamente perché ci spruzzo un po’ del mio profumo preferito ( Ô de Lancôme) perché le pagine se ne sazino e mi rimandino, quando le sfoglio, il profumo gradito.
Oggi, oltre allo storico cartaceo abbiamo svariate versioni di lettori per ebook che sicuramente sono funzionali e maneggevoli, occupano poco spazio e possono contenere una grande quantità di libri, ma niente, dico niente, potrà trasmettermi quelle sensazioni che provo quando ho tra le mani un libro cartaceo.
Ecco che, il “kindle”, regalatomi anni fa da mio figlio, pur essendo uno strumento validissimo, viene usato quando viaggio e il suo posto abituale è nella mia borsa o nel mio zaino perché in pochissimo spazio ho ciò che amo leggere a portata di mano, ma mai e poi mai, né il tablet, né il cellulare né il kindle potranno sostituire l’odore delle pagine dei libri, né la possibilità di scrivere ciò che ha colpito la mia fantasia.
Proprio stamattina, nel rimettere a posto alcuni romanzi che avevo prestato a una cara amica, ho riavvertito a distanza di tanti anni quelle emozioni che avevo provato quando, nel lontano 1989, una volta letto e gustato il romanzo storico di Ken Follett, I Pilastri della terra” ne avevo parlato con mio marito, ci eravamo confrontati su quanto quello splendido romanzo…ci aveva donato di sé! Ecco che, il passato è divenuto presente e mi ha avvolta in un tenero abbraccio.
Ho sempre amato leggere, anche se devo ammettere che mai riuscirò ad eguagliare mio marito che spaziava dai gialli alla fantascienza, al romanzo storico, al saggio, al triller e riusciva in pochissimo tempo con la sua “lettura a lepre”, contro la mia “a tartaruga” ad essere sempre aggiornato sulle novità in libreria.
Leggere e scrivere, due modi complementari per essere in compagnia di noi stessi.
Credo che…saper gustare un buon libro, come saper scrivere “in modo leggibile” anche per gli altri, siano un dono che ci rende UMANI!
Sono una pensionata…ancorata alla mia storia vissuta, amo il libro cartaceo, che è sicuramente l mio preferito, ma quando la contingenza lo richieda so apprezzare anche il digitale.

“Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi”,
Cesare Pavese

(da “Le Cianfrusaglie” di AnnaMaria)

martedì 25 luglio 2023

…riflessioni sconclusionate…Nonna, ho bisogno di te!...

 

 


…riflessioni sconclusionate…Nonna, ho bisogno di te!...

Sapresti definire “le categorie di persone” che incontriamo lungo il nostro cammino?...

Certo!

Proverò a delinearti il panorama variegato e pluridimensionale del nostro essere “persone”.

Tutti noi, come dice il saggio Aristotele siamo animali sociali e siamo contornati da uomini e donne che io racchiudo in un’unica parola: PERSONE!

Tutti noi, quando più, quando meno, abbiamo bisogno degli altri perché da soli non siamo in grado di fare nulla. Dobbiamo però valutare correttamente coloro che ci stanno intorno e per farlo non dobbiamo mai dimenticare che la nostra quotidianità è con gli altri esseri umani.  Ogni individuo  ha la propria storia, il pesante bagaglio di vissuto che si porta dietro e  le aspettative per il domani che sogna, desidera e cerca di realizzare.

Il nostro universo è un universo di persone con le quali condividiamo il nostro presente e con queste interagiamo continuamente, sia  con semplici rapporti di abitudine (quando andiamo a supermercato a fare la spesa, prendiamo un treno, facciamo una fila…) sia costruendo trame di vita con le quale facciamo investimenti, semplicemente vivendo fianco a fianco, l’uno accanto all’altro.

Se il rapporto che costruiamo è un rapporto significativo, allora c’è una trama e un ordito…e il disegno, anche se non ce ne accorgiamo, prende forma!

L’umanità va vista attraverso un caleidoscopio perché si generano comportamenti che mutano e si trasformano in modo imprevedibile, immediato ed inaspettato a seconda della relazione che si viene a determinare.

In ambito lavorativo, almeno io, ho trovato una varietà di soggetti con le caratteristiche più svariate, e talvolta perfino per me incomprensibili, forse perché vissute in ambienti molto diversi dal mio con usi, abitudini, consuetudini lontane anni luce dal mio modo di essere e di rappresentarmi la realtà.

Ci sono “persone” che anche se incontrate in modo occasionale, hanno lasciato un segno significativo nella nostra vita, o perché le abbiamo conosciute in un momento in cui, anche una sola frase detta al momento giusto assumeva per noi un significato profondo ed emotivamente significativo, o semplicemente perché, per il nostro vissuto era la persona giusta incontrata nel momento giusto.

Altri incontri, sono invece stati vissuti come un cubetto di ghiaccio gettato in una teiera bollente: il tempo di vederli e farli scomparire l’attimo dopo.

Il nulla…

Ci sono persone che ti sono accanto nel momento in cui sei tu un “mezzo” per raggiungere qualcos’altro.

Tu gli servi perché sei il ponte di raccordo tra ciò che loro sono e ciò che mirano a raggiungere…e anche queste persone sono come il seme di un soffione…volano via appena si rendono conto o che hanno ottenuto quanto necessitavano o semplicemente perché si sono accorte che non facevi al loro scopo.

Ecco che, queste persone ci sono, ma in realtà non ci sono perché per il tuo mondo sono inesistenti e per te non assumono alcun significato.

Ci sono poi “persone” che quotidianamente fanno parte del tuo vissuto, ma, bada bene, potrebbero appartenere alla categoria sopra citata se non ti lasciano niente di sé, oppure ti stanno vicino perché hanno bisogno della tua linfa vitale per alcune attività che devono svolgere.

Ecco che queste persone possono o diventare significative, oppure fare la parte di un attore per lo spettacolo “vita” che necessita di un palcoscenico. Questa categoria è come “la memoria di lavoro” ci sono perché servono, ma una volta utilizzate scompaiono e neppure ti ricordi più di loro perché fanno quello che devono, ma non ti lasciano nulla di sé.

Poi ci sono quelle “persone” che entrano in te e tu neppure te ne accorgi, perché lo fanno in punta di piedi, stanno attente a tutto ciò che ti circonda e si prendono cura di te e del tuo mondo. Quelle persone, sono persone significative, perché vedono nei tuoi occhi tutto ciò che cerchi di tenere nascosto, vanno al di là delle parole e dei gesti, hanno quella capacità meravigliosa di entrare in empatia con te e di asciugare le lacrime dei tuoi occhi che neppure tu ti accorgi di avere.

Le “PERSONE SIGNIFICATIVE” sono tutte coloro che percorrono insieme a te la strada della vita, ma credono nei rapporti umani e nell’importanza di ESSERCI anche nella quotidianità.

Sono tutte coloro che al mattino ti sorridono dandoti il buongiorno anche se non le conosci,

che si rapportano a te con gentilezza se ti chiedono un’informazione,

che rispettano la fila e non si ingegnano a cercare scorciatoie,

che se ti vedono in difficoltà cercano di darti una mano,

che si prendono a cuore i problemi altrui e con i mezzi che hanno cercano di trovare soluzioni,

che ti sono vicine non solo con le parole ma con i fatti,

che sono in grado di valutare e comprendere il tuo stato d’animo,

che danno un peso alle emozioni, sia che queste siano positive o negative,

che si ingegnano a costruire rapporti significativi, sia dal punto di vista cognitivo che emotivo,

che sanno comunicare e sintonizzarsi sulla tua lunghezza d’onda.

Ecco, queste persone, sono le persone che “fanno la differenza” in ogni ambiente!

Ti auguro di trovare “PERSONE SIGNIFICATIVE” tra i tuoi insegnanti, tra i tuoi amici, tra coloro che fanno vibrare le corde del tuo sentimento, perché se avrai la fortuna di circondarti di queste persone, avrai sempre un’enorme quantità di risorse alle quali attingere nei tuoi momenti bui della vita, quando sarai disperata perché è notte, è buio , è freddo e …apparentemente sarai convinta di non farcela.

Se vicino a te ci saranno persone “significative” vedrai che sapranno farti capire che occorre attraversare il buio della notte per poter ammirare lo splendore dell’alba!!!

Incontrerai persone troppo incentrate su se stesse per accorgersi che ci sei,

persone tristi e con poche forze per schierarsi dalla tua parte,

persone che ti useranno per conseguire i propri obiettivi,

persone con valori e priorità molto diversi dai tuoi,

persone fragili ed insicure che si avvicineranno a te per assorbire la tua visione del mondo,

e tante, tantissime persone SIGNIFICATIVE che ti saranno vicine quando meno te le aspetti,

che incontrerai per caso,

che sapranno aiutarti quando non saprai come fare e che saranno il guanto caldo in inverno per la tua mano, e il sandalo comodo in estate per il tuo piede!

 

Scruta chi ti sta vicino e anche tu sii lievito madre per le persone che incontrerai sul tuo cammino!

 

(da “Le Cianfrusaglie” di Anna Maria)