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martedì 31 dicembre 2019

31 dicembre 2019






“Lasciatemi così / come una / cosa /
posata / in un angolo / e dimenticata.”
GIUSEPPE UNGARETTI, Natale

Di anni finiti ne conto 63,
e come un caleidoscopio vedo scorrere
il tempo vissuto e ancorato al mio essere.
Si avvicendano immagini, suoni, profumi, sapori
che mi avvolgono in un tenero abbraccio
lasciando fuggire i giorni incerti,
ma sedimentando il positivo di ciò che è stato.
Tanti tasselli di vita scaldano questo freddo giorno,
e come diceva nonna Maria
“solo chi è felice
non fa caso allo scorrere del tempo”.
Amo gli anni passati, uno per uno,
con le loro gioie e con i loro pianti,
sono tutti figli miei
e ognuno di loro nella sua crudeltà
c’è perché nella visione del tutto
è giusto che ci sia.
Mi appartiene il mio caleidoscopio di vita
fa parte di me e di ciò che oggi sono.

(da “Le Cianfrusaglie di AnnaMaria)

domenica 29 dicembre 2019

....riflessioni sconclusionate nell'ultima domenica mattina di dicembre 2019!


Si parla continuamente, si dicono parole che possono accarezzare, rassicurare, ferire, proteggere, farci sentire amati…o semplicemente sopportati. Le parole dette, e molte volte gridate, si annidiano nella mente e lì amano sostare portandoci a riflettere e a farci capire perché hanno provocato in noi insicurezze e delusioni. Tutti noi, in modi variegati, abbiamo livelli di sensibilità, anche se spesso ci ingegniamo a non far trasparire il nostro vissuto perché frutto di sofferenze, aspettative, indecisioni, fragilità che ci fanno sentire inadeguati e impreparati ad affrontare l’attimo presente.
Molte volte annulliamo i sentimenti quando non abbiamo il coraggio di far parlare le emozioni che si nutrono di vita presente fatta di gratificazioni e non di delusioni. Tutti noi più che di parlare abbiamo bisogno di essere ascoltati e non solo sentiti, osservati e non solo guardati…e se non si cerca di capire cosa c’è dietro alla parola detta in un momento di rabbia, allora la comunicazione è a senso unico perché ognuno di noi si arrocca nel suo sentire senza sforzarsi di proiettarsi nel “sentire dell’altro”.
Il nostro corpo è saggio, quando la parola ci colpisce ferendoci scatta il pianto, che consente all’adrenalina e alla noradrenalina di fronteggiare la situazione che ci crea difficoltà, aiutandoci a scaricare la tensione accumulata. Occorre non frenare le lacrime, vanno accettate senza censurarle perché esprimerle in modo assertivo ci porta ad entrare in contatto con le nostre emozioni, senza giudicarle né recriminarle, perché sicuramente “quelle lacrime” sono un messaggio che va decodificato, e se non ascoltato e interpretato troverà il modo per uscire da un’altra via, che forse, fuori dal nostro controllo potrebbe provocare danni peggiori al nostro equilibrio. Occorre essere comprensivi con noi stessi, con la nostra rabbia, con le nostre lacrime, con il nostro modo di agire, sintesi di parole, azioni, sentimenti che miscelati insieme determinano ciò che noi siamo.
Usiamo con oculatezza le parole, possono ferire più di uno schiaffo. Le prime si nutrono di emozioni e tendono a frullarci nella testa, il secondo è un impulso aggressivo ma non è più violento di una parola detta per ferire.
La parola detta, sussurrata, urlata, gridata o semplicemente bisbigliata ha un potere enorme...è magica, ha la possibilità di far concretizzare il nulla, può dare corpo ad emozioni impalpabili, a sentimenti fugaci e segreti.
Le parole possono deviare il corso della realtà e gli avvenimenti restano ancorati in modo visibile alle parole!
Con le parole possiamo gratificare le persone che ci stanno gomito a gomito: sedurre, convincere, irritare, offendere, esortare, sollecitare, proteggere...AMARE!
Anche la parola più semplice ed inoffensiva, comune e scontata può trasformare le caratteristiche di un evento determinando musiche capaci di sorprendere ed ammaliare o svelare aspetti nascosti, misteriosi e reconditi della vita di un individuo. E' la parola il ponte di collegamento tra il me e il tu, è la parola che agisce come lievito o come diserbante...è la parola che ci permette di svelare quello che nel nostro intimo pensiamo...è la parola che ci permette di dire grazie a tutti coloro che dicono con semplicità il loro pensiero!

(da “Le Cianfrusaglie di AnnaMaria”)