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domenica 2 ottobre 2022

...riflessioni sconclusionate di Domenica 2 ottobre 2022

 


C’è un profumo d’autunno in questa prima domenica d’ottobre che mi riporta alla pentola con le “ballotte” che borbottano, il pezzo dell’arista che sfriggola tra le saporite patate  nel forno della stufa a legna e la focaccia con l’”uva americana” che solletica l’acquolina in bocca.

Solo ad ottobre si ricominciava a mangiare il maiale, quando io ero piccola. In estate era considerata una carne troppo grassa e non adatta al caldo.

 Sono gli odori dell’infanzia che fanno capolino tra i ricordi di quando la domenica era una coccola tra gli affetti di chi si prendeva cura di te.

Chissà cosa ha innescato stamattina in me la memoria dei miei anni di bambina che mi riportano a Lamporecchio nella cucina della zia Lola riscaldata dal tepore della stufa a legna, che messa in funzione fin dal primo mattino assicurava il calore giusto per cucinare e per ranicchiarsi negli spazi del cuore.

La pagnotta di pane era pronta a diventar “bruschetta” e la tovaglia a quadretti rossi accoglieva oltre alle prime noci appena tolte dal mallo anche le melograne crepate nella loro rossa buccia e lasciate ad attendere la pazienza di chi, con arte di cesellatore, riusciva ad aprirle in spicchi gustosi pronti per essere gustati.

Domenica era giorno di riposo per tutti!

Ricordo mio padre che mangiava e dopo faceva una capatina al Bar Parlanti per fare una partita a carte con gli amici … e tornava a casa con la radiolina all’orecchio perché tifoso della Fiorentina e aspettava trepidante il gol per esultare.

Lamporecchio e Montecatini: due spazi di vita diversissimi tra di loro, ma per me entrambi importanti perché segnavano lo scandire della mia vita.

Lamporecchio: la gioia di stare accoccolata tra le tenere braccia di zia Lola e zio Oscare, secondi genitori per me che trascorrevo da ottobre a giugno la mia vita a Montecatini e scappavo nelle vacanze estive, natalizie, pasquali a Lamporecchio per essere per loro quella figlia che il destino non le aveva donato.

Lamporecchio e il tempo libero: il correre tra i campi con Santina Giacinti e combinarne di cotte e di crude, giocare sul marciapiede di casa, fare scampagnate nel parco della Villa Rospigliosi…e Montecatini, dove i ritmi erano scanditi dai tempi della scuola. L’Istituto Don Bosco, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, era l’altro spazio vitale per me che dall’età di due anni fino ai diciotto mi aveva accolta e cresciuta. La scuola era sintesi di educazione, formazione, istruzione e…gioia dello stare insieme, di scoprire con le amiche i “misteri del crescere”, la nascita del primo amore, le delusioni, le rinunce, i rimproveri ma anche le gioie di vivere spensieratamente quell’età che mette le basi per tutto ciò che poi sarà mondo degli adulti.  Da una parte, il piacere di godere dell’incoscienza e della spavalderia della fanciullezza, e dall’altra Montecatini, dove ci si confrontava quotidianamente con i doveri e le regole.

Sono sempre stata un’anima divisa a metà…e forse ancora la mia matrice è lì e si alterna tra ciò che “devo fare” e ciò che “desidero e voglio fare”.

Odori, sapori, suoni, melodie, percezioni di tempi passati che silenziosamente, un tassello dopo l’altro hanno costruito l’Anna e la Maria dando vita a quello che oggi sono.

Che domenica strana questa mattina del 2 ottobre!

E’ anche la mia festa…sono nonna e a pranzo sarò con i miei nipoti che hanno una percezione di me come “nonna che richiama al dovere”…e non mi conoscono come “nonna trasgressiva e birichina” che da giovane “ne buscava ad uva” per le tante marachelle combinate. Due facce della stessa medaglia con vissuti intensi che non si stancano mai di riaffiorare e riportarmi ai labirinti del cuore.

Buon ottobre e …buona festa a tutti quei nonni che sono stati, e un po’ lo sono ancora, bambini!

 

(Da “Le Cianfrusaglie” di Anna Maria)

sabato 16 luglio 2022

“Persistenza della memoria”



Ha immagini falsate il ricordo,

di ciò che è stato.

Immagini sovrapposte

che si sciolgono come orologi molli nella

“Persistenza

della memoria”

segnano lo scandire del tempo ma hanno perso

la loro concreta realtà.

Si vive il presente nell’affannosa lotta

di dare un senso all’oggi

ormai orfano di certezze emotive.

Ciò che sei stato resta ancorato

al sentimento che scandisce l’attimo

dell’affannosa vita

che annaspa nella ricerca di appagare

quel vuoto che niente e nessuno

riuscirà mai a colmare.

Aggiorno i ricordi

e li rivesto di memoria emotiva

per trovare un senso al vivere come

un misero mendicante d’amore.

 

(da “ Le Cianfrusaglie Preziose” di AnnaMaria)