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giovedì 9 maggio 2013

Il canto del Brana






Il caldo tepore di maggio fa brillare di verde ogni prato,
tappezza di bianchi soffioni  ogni ciglio di strada,
colora con rossi papaveri impertinenti i campi di grano.
Stasera due lucciole si sono accasate nel segreto giardino
facendo luce ai giaggioli fiorentini
che eleganti ricercano un raggio di luna.
Il papavero, fiore della consolazione,
riporta alla memoria Demetra,
nutrice della gioventù e della verde terra.
Le corone di rosso vermiglio, nella pura semplicità
dell’umile ma affascinante papavero,
cantano l’ode a colui che osservava
lo scorrere vitale di quel torrente,
nato dal  Poggio dell’Orso,
che lentamente costeggiava Valdibrana
per scendere ripido nell’amata Pistoia.
La Brana, che amavi osservare,
oggi  sente la nuova vita fremere in sé,
ma gli manca quel tuo attento osservare,
di quando immerso nei tuoi pensieri
costeggiavi il suo misterioso corso.
Oggi, nella quiete di un piccolo, umile rifugio
senti il canto del cardellino,
che incurante delle umane pene
rivolge un inno alla vita,
e inconsapevole della melodia del suo canto
giorno e notte ti fa compagnia.
Nell’aria profumata risuona la musica
che scandiva il tuo lento procedere,
e nel lucifero tramonto della sera
si sente il tuo canticchiare
…è la risposta alla fugacità del sogno!

AnnaMaria Ponziani

1 commento:

  1. Il pensiero che ti porta a questa persona è di una tenerezza infinita. Dalle tue parole traspare una condivisione con tutti coloro che ti stanno vicino, che cercano di osservare e non guardare quello che popola il tuo mondo.
    Tu vivi in empatia con la natura, con la tua Toscana, con i cicli vitali che nel silenzio si rigenerano. Non c'è musica da te non compresa...
    Beato colui che in te ha ispirato questi ricordi...è un'ode alla vita e alla voglia di vivere nella melodia dello scandire del tempo!

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