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domenica 21 ottobre 2018

Il dolore





…riflessioni sconclusionate sul dolore, dopo aver letto della morte di un giovane ragazzo di 18 anni di Lamporecchio!


Esistono tanti tipi di dolore con i quali è necessario convivere ed elaborare. Il dolore è un’esperienza soggettiva dei nostri sensi e delle nostre emozioni che provoca un forte disorientamento. La vita stessa è contrassegnata dal dolore, che proprio perché è forte ed inteso ci fa apprezzare lo stato di equilibrio di quando “stiamo bene”! Ognuno di noi reagisce al dolore provato secondo i suoi schemi e modalità, poiché nella nostra storia si è  appreso come reagire e superare il momento di difficoltà. Essendo un'esperienza spiacevole, alla componente somatica del dolore si accompagna anche una carica emozionale. Il dolore pertanto è sempre soggettivo ed è molto importante che si impari a misurare il  dolore e a cercare di reagire alla sofferenza che non è mai solo fisica ma anche psicologica. Paradossalmente sono giunta alla conclusione che il dolore è “democratico” perché per un verso o per l’altro prima o poi si impossessa di periodi della nostra vita e cerca di dominarci sia che si sia adolescenti, giovani o vecchi, ricchi o poveri!

Brutto a dirsi, ma sono proprio i momenti di profondo dolore che mettono alla prova la nostra persona e la nostra umanità. Occorre imparare a godere delle piccole cose, non dare mai niente per scontato, saper vivere intensamente l’attimo presente senza affannarsi a volere sempre di più.

Il dolore “psicologico” dovuto a “perdite” o a situazioni alquanto problematiche, sia dal punto di vista della salute nostra o dei nostri cari, ci costringe a riflettere, a cercare di capire quale strada è la più percorribile nei momenti di disorientamento e di problematicità. Occorre abbandonare la nostra connaturata pigrizia mentale ed etica, dovuta all’educazione ricevuta, all’istruzione appresa, all’egocentrismo vitale…e far emergere tutte quelle energie latenti che possediamo ma che sonnecchiano in noi fino a quando non andiamo con energia a scuoterle e a vitalizzarle. Tutto questo richiede impegno, duro lavoro su noi stessi e sulle nostre abitudini, perché occorre riposizionare le cose veramente importanti e necessarie della vita per poter affermare che è degnamente vissuta.

Il dolore impone volontà e disciplina perché tutte le nostre energie motivazionali e razionali devono in modo sinergico insegnarci a vivere meglio. Dopo un dolore profondo, vissuto intensamente nell’intimità del proprio essere, due sono le uniche, a mio avviso, possibilità: o si vive arrabbiati con tutto o con tutti desiderando inconsciamente che gli altri, coloro che ridono spensierati e apparentemente sono felici (dico apparentemente perché molte volte dietro alla maschera del sorriso c’è dolore e sofferenza) provino la sofferenza che ci sta attanagliando, o semplicemente ci caliamo nell’altrui universo e con un po’ di intelligenza emotiva cerchiamo empaticamente di immergerci nei suoi labirinti per porgergli l’aiuto che con il nostro essere possiamo offrirgli.

La sofferenza fa riflettere, fa crescere, rimodella la rotta della vita, riposiziona i valori e le priorità.

Nella mia vita ho “vissuto dolori forti” e non mi riferisco a dolori fisici, ma dolore  da “perdita di persone molte care”, dolore viscerale che mi ha imposto di non rimanere orfana di me stessa, ma riprendere gradualmente in braccio la mia vita e ristrutturare tutta me stessa facendo affidamento quasi esclusivamente sulle mie forze e su quelle dei miei figli, che come me, dovevano elaborare il lutto di una perdita.

Solo quando sono riuscita a far parlare il mio dolore, sono stata in grado di ascoltarlo…e a quel punto ho compreso chi sono, cosa da me volevo e cosa dovevo fare per non sopravvivere ma vivere. 

E’ stato il dolore che mi ha insegnato a reagire, a non ripiegarmi su me stessa, a non far indurire il mio cuore, a non anestetizzare i sentimenti, a non inacidire nel mio modo di comunicare con gli altri e con gli eventi della vita, che se non emotivamente vissuti, perdono tutto il loro significato.

Come afferma la Costituzione americana, l’uomo ha diritto di essere felice, e la sofferenza, se saputa gestire, può insegnarci ad apprezzare ancora di più la vita e forse può guidarci a scoprire e asciugare le lacrime nascoste negli occhi altrui.

Voglio sperare che i genitori di quel giovane ragazzo, morto un sabato sera per una caduta dal motorino riescano a trovare la forza di vivere e non solo lasciarsi sopravvivere.

Viviamo e non diamo mai niente per scontato, perché ogni istante della vita, scontato non è.


(da “Le Cianfrusaglie Preziose” di AnnaMaria)




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