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sabato 28 giugno 2014

Ama te stessa un pochino di più di quanto ami l’altro






E’ difficilissimo essere sereni, trovare quella tranquillità che ti consente di stare bene con te stessa e con gli altri e ti permette di “leggere” il mondo senza pregiudizi o stereotipi. Ognuno di noi, che ne sia consapevole o no, necessita di sicurezze cognitive, affettive e sociali…e quando una di queste vacilla, tutto viene riposto in discussione. Parlo dell’essere umano, ma in realtà mi riferisco a me stessa, ai miei bisogni e ai miei desideri che si scontrano con la realtà, quella realtà che molte volte è camuffata, contraffatta, caotica, ambivalente e apparente! Mia figlia, che ben mi conosce e che riesce a leggere anche i miei pensieri più nascosti, oggi mi ha detto: “Quando ti deciderai ad essere un po’ più egoista e a pensare in primo luogo al tuo benessere”? Ed io le ho risposto: “Cencio parla male di straccio”!!! In realtà occorre proteggerci, amarci, preservarci da ciò che fa vacillare l’immagine che abbiamo costruito di noi stessi, la percezione che abbiamo…ma, facile a dirsi ma molto difficile a farsi… Al post di ieri in cui si evidenziavano 5 norme: 1. SII IMPECCABILE CON LA PAROLA 2. NON PRENDERE NULLA IN MODO PERSONALE 3. NON SUPPORRE NULLA 4. FAI SEMPRE DEL TUO MEGLIO 5. NON GIUDICARE Aggiungo: 6. NON PERMETTERE A NESSUNO DI RACCONTARTI FREGNACCE, E DI FARTI SENTIRE INADEGUATA perché il tuo sentire è tuo e solo tuo, e nel momento in cui le tue emozioni vengono trattate con superficialità e sufficienza prendine atto e reagisci! 7. NON SERVE FAR FINTA DI NIENTE PERCHE’LA GOCCIA SCAVA NELLA ROCCIA! Ogni giorno dobbiamo confrontarci con NOI STESSI, IL MONDO REALE, LE ALTRE PERSONE, ma dato che con noi stessi siamo in compagnia 24 ore su 24, è necessario trovare la modalità corretta per andarci d’accordo! Non siamo monolitici ed uniformi, ma possiamo diversificarci in base agli ambiti ai quali ci si rapporta – possiamo sentirci eccellenti in un’attività, “mezze cartucce” in un’altra e totalmente imbranati e fuori posto in una terza; però, in ogni caso, quest'idea tende a proiettare su di noi un’ombra che può offuscare la corretta percezione del nostro valore di persone e delle nostre potenzialità. Un po’ come uno specchio rotto che ci invia immagini rarefatte e molteplici. Quando globalmente l’autostima è buona, si tende ad affrontare con sicurezza le diverse situazioni, adottando comportamenti propositivi, attivi ed efficaci; il risultato, com’è facile aspettarsi, è solitamente positivo, il che rafforza l’autostima in un circolo virtuoso. Viceversa, quando si ha poca stima di sé, ci si aspetta di non riuscire, di fallire e di conseguenza ci si ritira dall’azione o ci si impegna scarsamente, e per timore del comportamento e del giudizio altrui ci si può comportare in maniera inadeguata anche verso gli altri, attirando equivoci e fraintendimenti. L’aspettativa di fallire apre la strada al fallimento stesso, con un’ulteriore abbassamento dell’autostima: un circolo vizioso. E’ quindi importante imparare a non attribuire troppo peso alle nostre insicurezze e paure, anche perché si tende a credere che le proprie azioni ed aspetto siano notati e giudicati dagli altri in maniera largamente superiore a quanto avviene in realtà (il cosiddetto “effetto riflettore”). Altra tendenza comune è quella di spiegare il comportamento in termini di carattere e personalità, sottostimando il ruolo dei fattori legati al momento e alla situazione (”errore di attribuzione fondamentale”): nel caso di chi ha una bassa autostima, il rischio è attribuire sistematicamente le esperienze negative alle proprie capacità e caratteristiche (sottostimate), trascurando un’analisi più obiettiva del contesto. E’ quindi chiara l’importanza del mettere in discussione il concetto stesso che abbiamo di noi, quando ci accorgiamo che ci fa vivere male: sicuramente sarà stato generato - e tuttora sostenuto e viziato - da uno o più “errori cognitivi”, scorciatoie automatiche del pensiero che ci allontanano dall’obiettività di giudizio, essendo basate su premesse e meccanismi illogici. Ciò che le guida è uno stato emotivo nato da situazioni spiacevoli vissute in un determinato momento della nostra vita, che ha come “calcificato” la percezione di noi stessi, e che tende ad essere facilmente evocato di fronte a vissuti incerti e problematici. Esserne consapevoli è il primo passo per poterle identificare e contrastare, riconoscendone l’inconsistenza. Conclusione: ama te stessa un pochino di più di quanto ami l’altro…



AnnaMaria Ponziani

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