Sul ramo dell’assolato ulivo
una esuvia fa bella mostra di sé e
attira il mio sguardo
lasciandomi indovinare dove è andata
la sua proprietaria.
Si sente l’odore della terra arida e
dell’erba secca,
ci si fa cullare dal frinire delle
cicale,
dall’armonioso canto dei passeri,
tra un ronzio di un’ape
alla ricerca frenetica di un po’ di
polline
per appagare la sua arsura.
Passeggio tra i campi,
pelucco una mora,
osservo il succoso fico con la
goccia
e mi lascio trasportare
dal concerto della mia campagna.
Non so se è un Rock’n’roll o un blues
che rallegra l’animo e fa emigrare i
pensieri.
Nel ritmato carpe diem della cicala,
qui, tra la calura estiva,
il concerto improvvisato inneggia alla
vita
incurante dell’affanno quotidiano
che scandisce l’evoluzione del
misterioso labirinto del cuore!
Nessun commento:
Posta un commento