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martedì 31 marzo 2020

…riflessioni sconclusionate…sul mio lavoro di insegnante e di vicepreside del “Liceo Coluccio Salutati”.


Ho sempre amato stare in casa, sfruttare le tante opportunità che lo spazio dove vivo mi offre.
Non amo il caos, la confusione, la massa. Da sempre ho ricercato luoghi che mi aiutassero a stare in compagnia di me stessa per imparare dai miei bisogni a smussare le mie insicurezze e potenziare quelle risorse che sopiscono in me.
Come più volte ho già affermato, mi sento una persona privilegiata, ma mi manca il brusio della vita quotidiana.
Intorno a me, gli unici suoni che stamani percepisco sono il canto dei passerotti che svolazzano tra gli ulivi, il tubare delle due tortore sul vecchio noce, il gracchiare delle cornacchie sulle cime dei cipressi, lo zirlo del tordo che spulcia il terreno sotto l’albicocco. L’autostrada che si intravede dalla mia terrazza è attraversata solo da qualche macchina, non ci sono code in direzione Firenze-mare…e il rumore delle attività è sostituito dal silenzio .
Sto bene in casa, ma mi mancano i miei figli, i miei nipoti, i miei alunni, i miei colleghi di scuola. Il mio preside, prof. Graziano Magrini lo sento molte volte al giorno, è perennemente connesso e pronto a dare il suo aiuto a chiunque lo richiede. Le indicazioni con circolari puntualmente pubblicate sul sito della scuola, sia per la formazione dei neo-assunti che per l’andamento didattico, lo attestano.
Mi manca il confrontarmi direttamente con gli altri, lo scoprire me stessa attraverso chi è diverso da me.
Mi manca andare con semplicità a fare la spesa.
Mi manca la libertà di prendere la macchina e andare a trovare i miei nipoti.
Mi manca “semplicemente sapere che per muovermi da casa devo avere un motivo molto valido”, che non posso fare ciò che desidero fare al di là del cancello della mia abitazione.
Mi manca il mio parrucchiere Antonio Pignatiello…i miei capelli sono diventati di tre colori: il bianco della ricrescita, il castano del mio colore di base, il colore fatto lo scorso mese
Mi manca andare a mangiare una buona pizza con i miei amici.
Mi manca la mia libertà di azione.
Mi manca…e potrei continuare per molto ancora ad elencare tutto ciò che mi manca.
Nonostante tutte le mancanze, sto bene e sono grata di tutto quanto mi circonda!
Ho un pc che mi collega con il mondo, un cellulare di ultima generazione, la tv che mi tiene informata su quanto sta succedendo e mi distrae con programmi vari…tanti libri comprati lo scorso mese e non ancora letti, il lino e i filati pronti per farmi sbizzarrire con il ricamo, la possibilità di cucinare tutto ciò che richiede molto tempo, un giardino da accudire, e una terrazza per spaziare lo sguardo sulla mia Valdinievole.

La mancanza non è assenza, ma è diventata presenza perché puntualmente mi confronto con lei.
Da sempre faccio l’insegnante, ma in questi giorni ho dovuto reinventarmi perché le tecniche e le didattiche, da sempre utilizzate in classe, hanno richiesto una rimodulazione, un nuovo approccio. Per il ruolo che svolgo nella scuola, ho solo due ore di insegnamento attivo con i miei alunni di 4^Cles. Insegno filosofia…il resto del mio tempo in vicepresidenza, con la porta sempre aperta, per ricevere colleghi, alunni, genitori…
In questi giorni non ho l’opportunità di vedere in volto i miei alunni, capire dai loro sguardi, dalla mimica, dai gesti…se hanno capito la spiegazione appena inviata loro su Hobbes, se vivono momenti di disagio, se nelle loro famiglie va tutto bene, se stanno bene “nel fisico e nello spirito”. Ecco che, occorre reinventarsi, smontarsi e ricostruirsi non solo per gli studenti, ma per noi stessi. Si imparano nuove metodologie, delle quali avevamo sempre sentito parlare, ma che non avevamo mai avuto l’ardire di metterle in atto, forse perchè per le vecchie prof. come me sono molto innovative e richiedono competenze che non possiedo. Si sente in modo palpabile il bisogno “di presenza”…ed ecco che si crea una classe virtuale su classroom utlizzando Google, si registrano lezioni in presenza e non, si spendono ore a montare ppt per aiutare gli alunni a seguire le spiegazioni, si inventano nuove modalità per accertarsi che i ragazzi ci seguano in questo nuovo percorso didattico.
Sì, cerchiamo di fare di tutto e il contrario di tutto. Ma, incredibilmente c’è la necessità di avere rapporti diretti, per quanto possibile, di presenza, di comunicazione, di interazione, di fattiva collaborazione.
Ecco che, la vecchia prof chiede aiuto ai suoi alunni e nasce un gruppo su whatsApp, dove anche lei è stata inserita, per poter fornire indicazioni a tutto il gruppo classe in diretta.
Ieri, sono stata dalle ore 16 alle ore 19.30 (ho interrotto nel momento in cui il Santo Pontefice dava la benedizione “urbi et orbi” per consentire a me e a loro, se lo desideravano, di seguirla) al telefono.
Li ho chiamati tutti i miei 23 alunni, ho parlato con loro perché oggi, più di quando sono in classe, c’è veramente bisogno di incoraggiamento, di emozioni, di sfide, di “presenza attiva e fattiva”…perché si insegna non solo con il libro a portata di mano, ma con il proprio corpo, la propria anima, il proprio essere, il proprio esempio!
Noi docenti dobbiamo convogliare tutte le risorse per essere lievito madre per i nostri alunni e per noi stessi, dobbiamo coinvolgere “con passione” stando al telefono, dietro uno schermo, con una sintesi, un ppt…o semplicemente con le nostre parole. Stiamo apprendendo con nuovi formati, e tutti noi, insegnanti, alunni, dirigenti e genitori, ci stiamo mettendo in gioco per far sì che da questa catastrofe mondiale nascano nuove opportunità di vita facendo tesoro del fatto che “ci siamo riappropriati del tempo” e della nostra pelle camaleontica.

Ecco…ci sono tante cose che mi mancano, ma voglio sperare che ognuno di noi faccia tesoro di tutte le mancanze, ma anche di tutte le nuove presenze che la vita, meravigliosa, inaspettata, problematica, caotica…ci sta insegnando!

(da “Le Cianfrusaglie” di AnnaMaria)

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