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giovedì 2 agosto 2012

Ho iniziato a sognare



Ho iniziato a sognare, quando bambina tenevo stretto ed aderente il lenzuolo fin sopra la fronte, ed ogni rumore mi metteva in allarme lasciando vagare timoroso lo sguardo tra le mura della mia buia cameretta.
Fuori il vento sibilava e i tuoni si rincorrevano alla ricerca delle saette.
I pensieri restavano saldamente ancorati a un'impressione aleatoria che dominava incontrastata l'attimo presente, così che per sfuggire a quell'ansia che attanaglia la gola era auspicabile ricercare emozioni e sentimenti gratificanti che fornissero una calda coperta protettiva in cui crogiolarsi e affidarsi.
Ho imparato a sognare su i banchi di scuola, quando la maestra con la sua gracchiante voce parlava, parlava, parlava...ma niente a me diceva, il suo gesticolare mi era indifferente, il suo sguardo sfuggente... e accoglieva con il sorriso sulle labbra solo i commenti di coloro che la gratificavano con un cenno del capo o con uno sguardo attivo, lasciando liberi di se stessi tutti gli altri bambini che non si immergevano nelle sue parole e fantasticavano protetti dalle loro menti.
Ho ricercato il mio sogno per sfuggire al dolore quotidiano che le preoccupazioni nutrivano a dismisura, quando la malattia devastava il corpo e la mente dell'uomo che amavi, e tu ti rifugiavi nella preghiera per sconfiggere il cancro e credere con tutta te stessa in un miracolo , che tale non si è poi manifestato e ti ha lasciato sconfitta e delusa anche da quella mistica preghiera in cui disperata mi rifugiavo.
Mi sono proiettata in un sogno di vita, interrotta e subita.
Rincorro ancora oggi quel sogno innocente che chiede di vivere le briciole del quotidiano tra persone che ami, che ti accolgono con uno sguardo d'amore e ti fanno capire che è te che da tempo aspettavano, che ti vengono incontro felici di esserci e poter in età adulta condividere un sogno che li faccia sentire protagonisti di una fiaba di vita vissuta, perchè fortemente amata.
Non voglio smettere di rincorrere quel sogno sbarazzino che è germogliato da note stonate, da momenti di tristezza, da paura di solitudine.
Quel sogno, germogliato nella landa assolata, è stato nutrito e per anni vissuto, incarnato, incanalato nel procedere quotidiano...poi è scomparso, dimenticato da un oblio necessario per poter elaborare un lutto...ma come i tizzoni nascosti dalla calda cenere, e soffocati da ciò che è stato, ha ripreso a pulsare, a vivere di vita propria, e da una piccola scintilla ha attaccato il ramoscello abbandonato, inconsapevolmente dimenticato, per poter continuare a vivere e scaldare quelle fredde e buie sere in cui il vento passa da ogni fessura della casa e raggela l'animo e il corpo.
Il sogno bambino è diventato adulto, è cresciuto e si è responsabilizzato, ha preso coscienza, e dalla consapevolezza di ciò di cui l'animo umano necessita ha ripreso forza e vigore così che sta progettando una sua nuova vita tra le briciole così importanti e significative del suo quotidiano...

-AnnaMaria Ponziani-

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