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lunedì 30 maggio 2011

La lentezza


Occorre rallentare per poter “vivere” e “correre”!
Invece di correre ho iniziato a camminare un po' indietro per riappropriarmi del tempo che pensavo di non aver più. Ogni tanto sento in me il bisogno di non mettere l'orologio, di non togliermi il pigiama, di non controllare l'agenda degli impegni...di lasciar passare il tempo senza preoccuparmi di come io stessa quel tempo lo sto impiegando.
Nei giorni in cui mi ritrovo a non aver impegni di lavoro, mi impongo di non farmi assillare dal tempo, dal “dover fare”, dal “dover correre”...ed allora, solo allora riesco veramente a gustare, assaporare ciò che realmente mi sta intorno.
Oggi essere “lenti” è un danno, sembra che chi più corre, più “è”..ma per me non è così!
Amo la lentezza, il poter guardare intorno a me i cambiamenti nella natura, la crescita delle piante, l'avvicendarsi delle stagioni. Sono lenta, e nella mia lentezza mi approprio delle cose che posso non guardare ma osservare, non sentire ma ascoltare, non mangiare ma gustare, non toccare, ma accarezzare, non odorare ma profumare!
E' veramente da poco che ho capito la frase di Kundera “ il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio”!
Ho sempre corso...ora finalmente ho imparato a camminare, ad osservare i comportamenti di coloro che vivono vicini a me, ad imparare l'insegnamento tacito ma propositivo e volitivo di chi mi è caro. Occorre rispettare i propri tempi. Se ci riusciamo, allora siamo comprensivi anche per i tempi altrui senza mai perdere la voglia di scoprire cose nuove in quello che consideravamo, fino ad un attimo prima, scontato o semplicemente inutile o superfluo..
La fretta, la frenesia del fare, del correre mi impedisce di essere!
Se rallento vivo e se vivo allora mi piace anche correre!!!!
-AnnaMaria Ponziani-

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