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venerdì 18 gennaio 2013

Perchè faccio l'insegnante




Insegno dal 1980, amo moltissimo il mio lavoro, e faccio ciò che mi piace fare! Sono una donna fortunata perché per me lavoro è soddisfazione, realizzazione, curiosità, appagamento, meraviglia…
Cosa vuol dire insegnare?
Molte volte me lo sono chiesta e la risposta più vera che sono riuscita a darmi è che questo lavoro mi consente di essere “ io stessa lo strumento su cui poter lavorare per giungere ai ragazzi, per stimolarli, aiutarli a far emergere tutto ciò che è addormentato in loro e che necessita di essere sollecitato per emergere e far sì che proprio le capacità che ognuno di noi ha possano essere la motivazione interiore per migliorarsi ed essere soddisfatti e appagati di quello che siamo!”
Non esiste una lezione uguale all’altra, ogni ora che si entra in classe si è in compagnia di noi stessi, e quello che sappiamo, la disciplina che insegnamo, il metodo per apprendere e rendere le conoscenze un apprendimento significativo…sono solo tanti mezzi per conseguire un fine: essere soddisfatti di noi stessi, stare bene con gli altri e meravigliarci di quello che possiamo fare e di quanto possiamo ricevere nel momento in cui stabiliamo una “vera relazione educativa”!
L’insegnante che spiega filosofia, italiano o matematica, spiegando non fa altro che dare se stessa, non come un bel libro stampato, sempre identico a sé,  ma un essere vivo con la sua visione del mondo, i suoi valori etici e morali, la sua cultura, la sua voglia di vivere.
Ciò che l’insegnante veicola maggiormente con la sua persona è l’approccio alla materia dell’apprendimento, come io mi pongo di fronte ad essa e come agisco: in una parola il metodo e contemporaneamente “me stessa”!
Non esistono formule magiche, né tecniche particolari per insegnare, occorre solo instaurare un rapporto chiaro, diretto,  significativo, occorre in poche parole che l’insegnante agisca in prima persona, si modifichi a seconda del gruppo classe che ha dinanzi, si modelli su i suoi alunni e a poco a poco riesca a guidarli, invogliarli, incuriosirli per farli innamorare della disciplina che insegna.
Nella mia carriera di insegnante ho fatto lezioni di italiano, storia, geografia, filosofia, pedagogia, sociologia, antropologia, psicologia…e indipendentemente dall’argomento che si tratta, occorre credere in quello che si dice, amare quello che si studia, non perdere mai la voglia di rinnovarsi di scoprirsi, di aggiornarsi, perché i veri insegnanti dei professori sono gli alunni, quegli alunni che riesci a portare per mano e passano dal 4 al 6, quegli alunni che sono convinti di non riuscire e che invece hanno mille potenzialità in sé e un giorno si decidono a farle emergere, quegli alunni che a poco a poco si rendono conto di non essere dei “falliti” ma possono dare tanto a se stessi e agli altri, quegli alunni che si laureano con 110 e lode e alle superiori pensavano di non farcela.
E’ incredibile di come le vittorie dei propri alunni arricchiscano e ci rendano forti, come uno scoglio superato diventi stimolo per continuare a credere che in ogni ragazzo c’è un mondo bellissimo che chiede solo di emergere ma che ha bisogno di poter trovare la strada per poterlo fare.
Amo il mio lavoro, non ho classi in cui non mi trovo bene e non mi stanco mai di afferrare la mano di chi può darmi qualcosa di sé. Il mio motto è sempre stato:
“Non chiedere mai agli altri ciò che non sei in grado di chiedere a te stessa”.
Quindi fare l’insegnante vuol dire essere continuamente chiamato e ri-chiamato ad esprimere se stesso, la propria libertà, il proprio sapere. Cercare e ricercare, senza mai stancarsi, un metodo efficace; ad essere attento e vigile sulla realtà di chi ci sta di fronte, perché se la mia umanità non tiene conto dell’altro che ho di fronte, la traditio (cioè la consegna tramite interazione) non è possibile. Solo l’umano veicola il sapere. Se io sono l’insegnante, io ho la responsabilità di chi mi sta dinanzi, e le insufficienze dei miei alunni, sono le mie incapacità a far essere chiaro ciò che per loro chiaro non è!
Il bravo insegnante è per me colui/e che dice cose complicatissime con un linguaggio semplice, semplice…
Non so se sono riuscita a spiegare perché amo tantissimo insegnare…

-AnnaMaria Ponziani-

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