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domenica 12 febbraio 2023

…riflessioni molto sconclusionate…a Festival di San Remo finito!

 

Lo confesso, non ho visto San Remo, perché da sempre non amo quel tipo di manifestazioni. In questi giorni è tutto un commentare e un criticare abiti, canzoni, monologhi, azioni e…reazioni! 

Purtroppo, mi rendo conto che la mia visione della vita si discosta notevolmente dal pensiero comune. Forse per l’età raggiunta, con il primo settembre sarò in pensione, non amo gli eccessi né mi sento pronta a farmi fare paternali da chi può spendere in un abito o in un accessorio quanto la maggior parte delle persone guadagna in un intero anno. Sono una semplice insegnante e per 41 anni ho cercato di insegnare ai miei alunni, oltre ai contenuti disciplinari, la correttezza, il rispetto, la modalità corretta di comunicare, il sapersi rapportare ai vari contesti e…chi più ne ha, più ne citi.

Nelle aule scolastiche ci si sforza di far comprendere come sia importante rispettare l’altro con le sue diversità e osservare le regole che consentono una corretta convivenza democratica.

Detto questo, posso io condividere ed apprezzare Blanco?

Abiti super firmati da stilisti affermati che mettono in mostra il corpo femminile lasciando intravedere in modo plateale ciò che si lascia all’immaginazione?

Che credibilità possiamo avere nel momento in cui riprendiamo un alunno perché ha rotto o sciupato un arredo scolastico quando, così hanno detto, per un momento di rabbia incontrollata si arriva a spaccare tutto quanto è a portata di mano?

Perché devo rimproverare una ragazzina adolescente se viene a scuola con la pancia scoperta o con minigonne mozzafiato?

Perché devo riprendere due giovani che si scambiano un “bacino rubato” nei corridoi della scuola?

Non lamentiamoci più dei nostri alunni, di quello che non va, di quello che supera il limite…perché se pubblicamente, milioni di persone tacciono e acconsentono a tutto e a di più, e si lasciano trasportare nell’indifferenza totale della maleducazione…allora è proprio vero che  è giunta l’ora in cui io vada in pensione e, in compagnia di me stessa e del mio habitus mentale perché la nostra credibilità di adulti ed educatori ha bisogno di essere rivista e riconsiderata. I modelli sociali che vengono trasmessi e condivisi, non fanno parte del mio vissuto e non sono pronta a cambiare il mio modo di intendere la vita.  

Non voletemene se vado contro corrente, ma dovevo dire la mia per rispetto di me stessa e di tutti coloro che come me credono nel valore educativo della professione docente!

(da “Le Cianfrusaglie Preziose” di Anna Maria)

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