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mercoledì 15 febbraio 2012

Le nostre catene



Nietzsche affermava : “il vostro cattivo amore per voi stessi fa della vostra solitudine una prigione”
Quanta saggezza in queste parole!
Le persone che a livello epiteliale non si sopportano e cadono, quando si ritrovano sole con se stesse, in quella che forse superficialmente chiamiamo “depressione”, sono persone che non si piacciono abbastanza per riuscire a relazionarsi con il loro io, quell'Io profondo che non sempre riesce a palesarsi. Sono prigioniere della mancanza di amore di sé.
Hanno amato molto gli altri, ma questo lo hanno fatto a discapito di se stesse.
Quanto affermo è per mia diretta esperienza personale.
Ho sempre interpretato male il detto evangelico “ama gli altri come te stessa”....l'errore è stato nell'amare l'altro più di me stessa, così che, amando al di fuori di me...ho perso il “il mio me” e non è stato nè semplice nè tantomeno indolore recuperarlo.
Da poco tempo a questa parte sono riuscita ad aprire la mia prigione, e così facendo sto trovando un'Annamaria che non sapevo esistesse. La porta della prigione non trova chiavi giuste all'esterno del proprio vivere...è una porta che si apre solo dall'interno, e solo l'individuo che è in prigione può aprirla e decidere consapevolmente se uscirne.
La liberazione dalla prigionia nel proprio IO, inizia solo e unicamente, con l'esercizio quotidiano dell'amore di sé.
Ho scoperto questo...e dal momento in cui ho capito la verità del vivere proteggo me stessa da me stessa.
Non sono gli altri a tiranneggiarci e a imporci "norme, regole, azioni"...siamo noi stessi e solo NOI STESSI  possiamo liberaci dalle nostre catene!
-AnnaMaria Ponziani-

2 commenti:

  1. -Non sono gli altri a tiranneggiarci e a imporci "norme, regole, azioni"...siamo noi stessi e solo NOI STESSI possiamo liberaci dalle nostre catene!-

    ... Per amare veramente, non solo le catene, ma anche i lacciuoli lo condizionano. L'amore (per sé e per gli altri) può realizzarsi sapendo "stare in piedi e bene con se stessi, ... anche se la percezione del sè è spesso cosa ardua, benché non impossibile.
    Quando si danno condizioni fortunate si incontrano persone che si aiutano a vedere (o rivedere) la luce, ma questo percorso non può mai essere unilaterale. l'amore (qui inteso quello di coppia) se è a senso unico è fatto da "mostri", ... è un inganno reciproco! Quando l'alchimia della situazione lo consente, l'Amore non può che essere veramente reciproco.
    A offuscarlo non potranno essere gli umori negativi, anche se motivati.
    Quindi, secondo me, "eventuali sentimenti reattivi" traggono fondamento da quel difficile rapporto con il proprio sé che ciascuno subisce.
    Comunque mi è anche capitato di conoscere persone che nella delusione hanno lottato e cercato di proteggere il loro amore oltre il dovuto e a queste persone sento di riservare il mio apprezzamento ... e la gratitudine.

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  2. ...se osserviamo una bella vetrata dal di fuori non siamo in grado di apprezzarne i colori, gli intarsi, la luce, perchè dobbiamo scrutarla dal di dentro... andare nell'edificio, mettersi in posizione di osservazione e...lasciarsi rapire e ammaliare da quello che "riusciamo" ad osservare.
    Purtroppo molto spesso si osservano le cose da prospettive sbagliate e si fanno scelte "non impegnative" che appagano e tranquillizzano momentaneamente, ma poi lasciano la delusione cocente di ciò che non è stato vissuto...

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